Una manovra che non crea sviluppo: dal Fvg 1.600 a Roma con Cgil, Cisl e Uil

Quota 100? Una misura che contribuisce a rendere meno rigida la riforma Fornero, ma parziale, temporanea e priva di meccanismi che tengano conto della differente gravosità  dei lavori nel calcolo dei requisiti. Così come è una risposta parziale, e non esente da critiche, un reddito di cittadinanza che non contribuirà  a creare nuovo lavoro, se verranno meno le condizioni economiche per una ripresa occupazionale, come purtroppo lascia intravedere l’attuale fase congiunturale. I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Villiam Pezzetta, Alberto Monticco e Giacinto Menis spiegano così, partendo dai nodi più controversi, le ragioni della manifestazione nazionale indetta per sabato 9 febbraio a Roma dai sindacati confederali, con lo slogan #FuturoalLavoro, che porterà  nella capitale almeno 1.600 iscritti dal Friuli Venezia Giulia. La maggioranza dei partecipanti raggiungerà  Roma in pullman, ma sono previste anche partenze in treno e in auto, con appuntamento alle 9 in piazza della Repubblica, nei pressi della Stazione Termini, da dove partirà  il corteo verso piazza San Giovanni in Laterano, sede del comizio conclusivo dei segretari generali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
«La scelta di scendere in piazza ““ dichiarano ancora Pezzetta, Monticco e Menis ““ nasce innanzitutto dall’assenza, in questa manovra, di investimenti per sostenere la ripresa dell’economia e dell’occupazione. Non si investe sulle grandi opere, messe da parte più per un’impostazione ideologica che per un’attenta valutazione sulla loro utilità  e strategicità , non si investe su scuola e università , non si investe sul lavoro, perché una delle due misure “bandiera” di questa Finanziaria rischia di creare molto più assistenzialismo che occupazione. Occupazione la cui lenta ripresa rischia di fermarsi anche in regione, come testimoniano i nuovi fronti di crisi aperti, come Kipre e Burgo, la debolezza strutturale di un’edilizia che fatica a risollevarsi e il clima di incertezza con cui devono fare i conti diversi comparti del manifatturiero, come la componentistica e il mobile». È proprio di fronte a questo quadro, nazionale e regionale, che i sindacati contestano «una manovra dove la crescita del deficit non va a supporto degli investimenti e che non riduce la pressione fiscale su salari e pensioni, perché le tasse scendono solo per chi può beneficiare della flat tax e per gli evasori, premiati dall’ennesimo condono».
La mobilitazione dei sindacati confederali punta all’apertura di un tavolo con il Governo, per mettere al centro del confronto i grandi temi del lavoro, del fisco, della previdenza, delle assunzioni necessarie a mettere in sicurezza il servizio sanitario pubblico e l’efficienza della pubblica amministrazione. Quanto alle pensioni, il superamento della Fornero passa per l’approvazione di misure come “quota 41″ per tutti e la pensione di garanzia per i giovani. Chiesto inoltre l’immediato ritorno alla piena rivalutazione degli assegni anche oltre la soglia dei 1.522 euro, nuovamente ridimensionata dalla Finanziaria per recuperare parte delle risorse necessarie a quota 100.