Colombin e cassa integrazione, l’odissea dei lavoratori

Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, a firma dei rispettivi segretari provinciali di Trieste, Andrea Di Giacomo, Massimo Marega e Giorgio Lazzarini, hanno rilasciato il seguente comunicato sulla situazione della Colombin: 
La situazione dei dipendenti della Colombin spa è sempre molto tesa, in corso c’è un affitto di ramo di azienda avviato dalla nuova proprietà , che dovrebbe (auspicabilmente) dare finalmente stabilità  ed una prospettiva di lungo termine a questa azienda. La maggioranza dei lavoratori è sospesa a zero ore da inizio emergenza covid, emergenza che ha aggravato la già  precaria situazione della Colombin. La Cassa covid purtroppo è uno strumento gestito in via amministrativa come tutte le cigo, con strumenti ordinari. Ma la situazione è stata ed è estremamente straordinaria, gli strumenti messi in campo sono inadatti. Lo sono sempre stati, ma in questa fase hanno dimostrato tutta la loro lentezza e complicazione.
Spieghiamoci meglio nel dettaglio: la Colombin era già  in Cigs, per poter usufruire della Cassa Covid deve presentare domanda di cig ordinaria con causale covid 19, contemporaneamente chiedere al Ministero del Lavoro di sospendere la Cigs attraverso un nulla osta che deve essere emesso con decreto dal Ministero; solo dopo il nulla osta l’INPS può concludere l’istruttoria della domanda di Cigo Covid19, a questo punto l’azienda riceve l’approvazione della Cassa Covid e può inviare all’Inps gli SR41 per permettere il pagamento della Cigo direttamente in conto corrente ai lavoratori. Se però emerge una qualsiasi anomalia (non è chiaro quali siano..) il pagamento non avviene per bonifico bancario diretto, ma tramite un bonifico domiciliato postale. Ovvero il lavoratore deve ricevere una lettera con la quale si può recare in posta ed incassare il trattamento di cassa integrazione. Se però l’importo supera i 1000,00 (quando ci sono più mensilità  ad esempio) euro è necessario aprire un conto corrente o libretto postale per poter incassare. Ma non sempre le lettere arrivano a casa! La si può ottenere scaricandola dall’area riservata tramite il pin dispositivo, per ottenere il pin dispositivo (quello di 16 cifre) servono altri 15 giorni. Oppure si può accedere tramite lo SPID. Cosa che la maggior parte di operai over 50 o di bassa scolarità  o di origine straniera non hanno idea cosa sia e come si debba fare per ottenerlo”¦ 
Tutto questo perché l’Inps non può inviare copia delle lettere alla ditta dove i lavoratori sono occupati e sospesi in cassa integrazione. E l’Inps non può inviare i documenti via mail. È un’odissea. E non parliamo delle note convenzioni con le banche per l’anticipo del trattamento di Cigo. Ovviamente tutto l’iter deve essere ripetuto per ogni periodo di cassa covid previsto, prima per 9 settimane, poi per le ulteriori 4, poi per le ultime 5. Il tutto per una indennità  che si aggira sugli 800 euro al mese. Le persone sono stanche, sfiduciate, nervose, come dargli torto? Il sistema non è adeguato, non solo all’emergenza covid19, ma nemmeno alla gestione ordinaria. Come si può pensare che le famiglie, le persone, i cittadini, i lavoratori, possano vivere aspettando per mesi la (di per sé bassa) cassa integrazione? Come possono fare la spesa? (tra l’altro essendo in cassa integrazione non avrebbero nemmeno potuto beneficiare dei buoni spesa).